Il Garante Privacy ha emesso un provvedimento sanzionatorio nei confronti di una ditta di autotrasporti, evidenziando diverse violazioni della normativa privacy con riguardo all’utilizzo di sistemi di localizzazione GPS sui mezzi aziendali. Clicca qui per maggiori informazioni.
L’istruttoria dell’Autorità, a seguito di reclamo da parte di un ex dipendente, ha portato la ditta ad una sanzione di € 50.000
La sanzione è stata comminata a causa di diversi comportamenti illeciti, che riassumiamo di seguito.
Conservazione illecita dei dati
I dati raccolti mediante il sistema GPS sarebbero stati conservati per un periodo di 180 giorni, ritenuto dall’Autorità eccessivo rispetto alle finalità perseguite (tutela del patrimonio aziendale, esigenze di carattere organizzativo e produttivo, tutela della sicurezza dei lavoratori).
In aggiunta a ciò, si è tenuto conto anche della natura dei dati conservati, in forma disaggregata, tra i quali: percorsi effettuati dal mezzo, dati di telemetria (velocità, progressivo dei chilometri) e stato del veicolo (acceso-spento).
Gli autisti sarebbero rimasti identificabili, anche se non direttamente, grazie all’incrocio tra i dati del sistema GPS e quelli di un database da interrogare con la targa del mezzo, per risalire all’identità dell’autista in caso di contravvenzioni o eventi anomali quali furti, incidenti e simili.
Monitoraggio degli autisti
La quantità e la qualità dei dati conservati per un periodo così esteso avrebbe determinato la possibilità, anche potenziale, di monitoraggio costante dell’attività degli autisti giudicato eccessivo e non proporzionato alle finalità dichiarate.
A ciò si aggiunge anche la violazione di quanto disposto dall’autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL) per l’installazione dei sistemi GPS, a norma dell’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori, che l’azienda aveva correttamente ottenuto.
L’assenza della c.d. “Funzione Privacy” – una funzione che permette agli autisti di disattivare la localizzazione del mezzo durante le pause – avrebbe consentito il monitoraggio anche al di fuori dell’orario di lavoro.
Mancata informativa privacy
L’azienda di trasporto non avrebbe informato correttamente sulle modalità di trattamento dei dati mediante il sistema di rilevazione GPS.
Non sarebbero nemmeno state apposte sui mezzi le vetrofanie che segnalano la presenza di localizzazione GPS.
Mancata risposta al Garante
Oltre alla violazione contestata in sll’utilizzo dei sistemi GPS, l’azienda non avrebbe dato seguito nei tempi previsti per legge ad una richiesta di informazioni al Garante, portando all’intervento del Nucleo Privacy della Guardia di Finanza.
Questa condotta non collaborativa ha certamente peggiorato la situazione dell’azienda, aggravando la sanzione comminata dall’Autorità.
Conclusione? Attenzione in fase di implementazione
Alla luce di quanto accaduto all’azienda di trasporti, riteniamo fondamentale predisporre in modo conforme il sistema sin dalla fase di implementazione, in modo da non dover intervenire quando il sistema è già attivo, condizione che rende molto complesso l’adeguamento dello strumento alla norma.
Inoltre, riteniamo altrettanto importante rendere conforme il sistema GPS già installato attraverso:
- il rispetto dei tempi di conservazione congrui rispetto alle finalità;
- l’impostazione di funzioni di aggregazione o di anonimizzazione dei dati;
- la conservazione dei dati che sono effettivamente utili agli scopi perseguiti;
- l’informazione corretta gli autisti sul trattamento dati.
L’Ufficio Privacy GDPR di CNA Reggio Emilia è a disposizione per supportare i propri associati a rendere gli impianti di localizzazione GPS conformi alle disposizioni normative vigenti.
Per qualsiasi informazione puoi contattare il nostro ufficio ai seguenti contatti: gdpr@cnare.it – 0522 356340 (Referente: Davide Piccinini).