Il costo dell’energia continua ad aumentare con evidenti ripercussioni anche sul costo del carburante. Sul comparto della logistica la stangata ha un effetto immediato e dirompente. Nel 2021 il prezzo del gasolio è salito di quasi il 22% e nelle prime settimane del 2022 la corsa al rialzo ha accelerato. Il presidente di CNA Fita, Patrizio Ricci, ne ha parlato ai microfoni della trasmissione “Autotrasporti” di Radio 24.

“E’ necessario ridurre da subito le imposte sui carburanti – ha affermato Ricci – il prezzo medio nella seconda metà di gennaio ha raggiunto 1,60 euro/litro, con una crescita di 28 centesimi sulla media del 2020. Ai prezzi attuali del gasolio i costi di gestione di un camion aumentano di circa 9.300 euro l’anno e per i veicoli a metano siamo intorno ai 18mila. La politica deve necessariamente intervenire per mitigare questa emergenza. Nei bilanci delle imprese di autotrasporto i rincari dell’energia e dei carburanti incidono per circa il 37%. Sono costi insostenibili per le imprese, soprattutto per quelle imprese che hanno fatto investimenti nel green acquistando veicoli a metano: ora stanno pagando aumenti del 80-90% in più. Se persistono queste condizioni molte imprese del comparto rischiano di chiudere dopo le non poche che in questi anni di pandemia hanno cessato l’attività”.

“Purtroppo – conclude il presidente di CNA Fita – Non ci sono solo gli aumenti dell’energia, ma anche degli additivi e degli pneumatici che hanno avuto un incremento del 30%. Abbiamo lanciato l’allarme da novembre, ma ad oggi ancora non abbiamo ricevuto nessuna risposta”.

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