CNA esprime profonda delusione per il regolamento attuativo dell’obbligo di stipulare polizze assicurative contro calamità naturali. Il termine del 31 marzo 2025 per l’adempimento rappresenta un colpo duro per quasi quattro milioni di artigiani e piccole imprese. “Non solo il Governo ha ignorato la nostra richiesta di proroga, ma ha escluso le imprese da qualsiasi confronto costruttivo”, dichiara il presidente di CNA Reggio Emilia, Giorgio Lugli.
Il regolamento non chiarisce i rapporti tra imprese e assicurazioni e il portale Ivass per il confronto delle offerte non è ancora disponibile. Inoltre, il decreto attuativo lascia aperti dubbi sulle conseguenze per l’accesso ai contributi pubblici. Trenta giorni per stipulare le polizze sono insufficienti. Le imprese si trovano a dover rispettare un obbligo senza strumenti adeguati a valutarne l’efficacia.
CNA denuncia l’ennesimo peso burocratico imposto alle aziende. “Senza un confronto preventivo con le associazioni, questo obbligo complica ulteriormente la situazione delle imprese, già oberate da adempimenti”, prosegue Lugli. Già durante l’approvazione della legge n. 213 del 2023, CNA aveva segnalato criticità su un obbligo unico in Europa e su un percorso normativo poco chiaro. A dicembre 2024, CNA Reggio Emilia ha esposto ai parlamentari locali le preoccupazioni di artigiani e piccole imprese, evidenziando i tempi insostenibili della misura. “Se è necessario affrontare i danni causati da eventi climatici estremi, è altrettanto fondamentale accompagnare qualsiasi misura assicurativa con investimenti infrastrutturali e manutenzione del territorio”, sottolinea Lugli.
Nei giorni scorsi, CNA nazionale e altre associazioni di categoria hanno scritto alla presidente del Consiglio ribadendo la richiesta di una proroga. Non solo. CNA chiede anche un sistema premiale, affiancato da azioni di sensibilizzazione e formazione per le imprese. Restano dubbi su destinatari, definizione degli eventi coperti e costi delle polizze, ancora sconosciuti. “Senza trasparenza sulle offerte assicurative, le imprese non possono scegliere consapevolmente la polizza più adatta. Le Assicurazioni hanno tempo fino al 28 marzo – tre giorni prima dell’entrata in vigore dell’obbligo – per adeguare alle previsioni di legge i testi delle polizze da proporre. È inaccettabile. Per questo chiediamo una proroga di dodici mesi”, conclude Lugli.