In un’intervista al quotidiano piacentino ‘Libertà’, il nostro presidente nazionale, Dario Costantini, lancia un messaggio forte e chiaro: la vera sfida per il futuro non sono i dazi, ma la capacità di riportare i giovani all’interno del mondo dell’artigianato. Due figli su tre non proseguono l’attività di famiglia, un dato che preoccupa profondamente e che, secondo Costantini, rischia di compromettere la trasmissione di saperi e competenze fondamentali per il tessuto produttivo italiano. L’artigianato è oggi un settore in cui convivono tradizione e innovazione, eppure resta penalizzato da una narrazione pubblica che spesso lo relega al passato.

Nel suo intervento, Costantini analizza anche le criticità del contesto internazionale. Le tensioni commerciali, in particolare con gli Stati Uniti, stanno colpendo duramente il nostro export, anche quello indiretto, cioè legato a prodotti o componenti che partono dall’Italia per poi essere integrati in filiere più ampie all’estero. “L’export indiretto è quello al quale gli artigiani concorrono in misura notevolissima. Qui ci sono stime, non dati precisi: noi valutiamo che l’ordine di grandezza sia 40 miliardi”.

La politica dei dazi promossa da Trump, spiega, ha già lasciato il segno. E la prospettiva di nuovi ostacoli commerciali preoccupa molte piccole e medie imprese. Ma il vero problema è più ampio: riguarda una nuova forma di protezionismo aggressivo che si sta diffondendo nel mondo, accompagnato da una retorica che alimenta divisioni, conflitti e instabilità.

L’Europa, nel frattempo, rimane l’àncora del nostro futuro. Poi serve uno scatto per alzare il livello di integrazione vera. Bruxelles deve avvicinarsi di più alla vita reale. Noi artigiani sperimentiamo in negativo l’eccesso di distanza.” Anche l’Italia non è esente da responsabilità. Se da un lato l’esecutivo ha dimostrato attenzione verso le Pmi, dall’altro pesa ancora la distanza tra annunci e misure concrete. La burocrazia resta un freno, l’incertezza normativa e fiscale scoraggia gli investimenti e troppe imprese artigiane vivono in una condizione di sopravvivenza, schiacciate da costi energetici elevati, da una concorrenza globale spietata e da un mercato che sembra premiare solo la dimensione.

Di fronte a questo scenario, la CNA sta provando a costruire soluzioni. Costantini parla di un progetto avviato in Egitto, in collaborazione con l’Unione europea, per formare giovani italiani e stranieri insieme, trasmettendo non solo un mestiere, ma anche l’educazione civica e le regole della convivenza. L’idea è quella di creare una vera scuola di formazione per il futuro, dove il sapere artigiano possa essere il perno di un nuovo patto sociale.

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