Se l’inverno demografico amplifica le difficoltà a trovare lavoratori, la rigidità del fisco e la carenza di strumenti finanziari sono i principali ostacoli al passaggio generazionale o al ricambio della guida delle imprese. Il Segretario generale della CNA, Otello Gregorini, rinnova l’urgenza di intervenire su un tema che sta diventando una autentica emergenza commentando una delle tante storie di ordinaria attualità nel mondo della piccola impresa. Un imprenditore titolare di una tipografia con 133 anni di storia e in buona salute con oltre 7mila clienti. Dopo quarant’anni alla guida dell’azienda ha deciso di andare in pensione e per dare continuità all’impresa ha deciso di cederla ai suoi cinque dipendenti. Ma qui emergono i problemi. Sono giovani e non hanno liquidità per acquistare l’azienda, farsi carico di un grosso mutuo è troppo impegnativo. C’è l’opzione della vendita agevolata ma lo Stato impone comunque il pagamento delle tasse sulla cessione.

Queste situazioni sono sempre più diffuse, soltanto un giovane su tre subentra nella guida dell’impresa di famiglia. E allora si impongono risposte a un problema rilevante. “Ogni anno migliaia di imprese cessano di esistere – afferma Gregorini – in molti casi perché non possono usare strumenti adeguati al passaggio generazionale. L’intero paese sta assistendo a una perdita silenziosa di aziende sane e radicate nei territori, spesso autentici presidi economici e sociali nelle aree interne. Un danno enorme in termini di know-how, valore produttivo e coesione sociale”.

L’avvio d’impresa è un passaggio vitale nella vita di un imprenditore e gli aspetti fiscali e finanziari rappresentano una questione cruciale. Ad esempio, dopo la fine del regime di neutralità fiscale per le cessioni d’azienda nel 2004. Il numero di imprese acquisite sul mercato si è dimezzato e oggi rappresenta soltanto l’11,6% delle operazioni di avvio d’impresa (percentuale che scende al 6,6% per gli under 40).

È evidente che l’attuale contesto fiscale non solo non rappresenta un incentivo alla trasmissione d’impresa ma è addirittura una sorta di Everest difficile da scalare, penalizzando tanto chi vuole vendere quanto gli interessati all’acquisto. Serve, dunque, un regime agevolativo strutturato, rendendo la cessione fiscalmente neutra per chi vende e sostenibile per l’acquirente.  “Ad esempio, CNA ha proposto – ricorda Gregorini – di estendere le agevolazioni fiscali oggi riservate alle sole nuove imprese in regime forfettario, anche a quelle con ricavi fino a 500mila euro”.

Se occorre un moderno orientamento del fisco, al tempo stesso servono strumenti finanziari dedicati. Il sistema dei confidi fa la sua parte ma non basta, la finanza regionale e il sistema finanziario devono prevedere finanziamenti ad hoc e agevolati per i passaggi d’impresa, sull’esempio di quanto avviene oggi con le start-up in alcuni settori. Sostenere e accompagnare il desiderio di intraprendere è funzionale alla crescita e all’innovazione, rischiare di disperdere aziende sane e competitive è un peccato mortale.