“Il 2025 deve essere l’anno della riforma della legge quadro dell’artigianato. Una legge che compie 40 anni e che va modernizzata per valorizzare il ruolo determinante delle imprese artigiane per il futuro del Paese”. È quanto ha sottolineato il Presidente nazionale CNA, Dario Costantini, intervenendo al Mimit in occasione della Giornata nazionale del Made in Italy all’evento “Tutela e valorizzazione del Made in Italy: il ruolo delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali”.
L’introduzione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali consentirà la tutela giuridica ma soprattutto la valorizzazione di oltre 150 eccellenze che formano il patrimonio dell’artigianato italiano, dalle ceramiche di Vietri al violino di Cremona, dal vetro di Murano ai marmi di Carrara. Un patrimonio secolare oggi animato da circa 70mila imprese che contribuiscono al valore del Made in Italy.
Il Presidente CNA ha messo in risalto la funzione sociale dell’artigianato che è dappertutto. “Nonostante gli eventi, anche nefasti, che quei territori possono aver subito, gli artigiani rimangono lì. E ne abbiamo avuto, purtroppo, conferma con i terremoti e le alluvioni degli ultimi anni, dove le nostre Imprese hanno mantenuto l’occupazione, non hanno abbandonato i loro territori”.
E poi perché l’artigianato, in quei luoghi, si è identificato a tal punto da caratterizzarli con la propria arte. E oggi è con gioia che celebriamo un traguardo importante, il riconoscimento della qualità e della creatività che i nostri artigiani sanno esprimere da secoli. CNA è stata in prima linea per introdurre l’innovativo strumento europeo per la tutela dei prodotti artistici, un cammino lungo e complesso che ha richiesto più di 10 anni.
Costantini tuttavia ha indicato alcune priorità da affrontare, ricordando che dal 2008 a oggi “abbiamo perso 222mila imprese artigiane”. Nell’ultimo incontro a Palazzo Chigi sui dazi “abbiamo evidenziato che le tensioni geopolitiche che stiamo vivendo ci devono far cogliere l’occasione di fare un passo in avanti per promuovere il Made in Italy.
E quindi, a fronte di un Paese che subisce più della media europea l’inverno demografico, dobbiamo mettere in campo energie nuove coordinandoci nelle politiche estere per favorire i corridoi professionali”.
“Dobbiamo ridurre il gap energetico con i nostri competitor europei – ha detto Costantini – rispetto ai quali paghiamo l’energia in media il 40% in più. A tal proposito rinnoviamo la richiesta di trasferire almeno un miliardo di euro da Transizione 5.0 al fondo per la autoproduzione delle Pmi”.
Infine “dobbiamo fare in modo che anche le 90mila imprese che ancora non lo fanno, possano vendere il loro Made in Italy nel mondo. Accompagnandole e aiutandole”.